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Antonia Jacchia

Da bambina osservava affascinata lo scultore Ilario Fioravanti all'opera, le trasmetteva un grande senso di benessere vederlo plasmare l’argilla in modo così facile e felice al tempo stesso. Suggestioni dall’infanzia, quando la terra diventava molle sotto le scarpe dopo un acquazzone. Poi l’incontro con la tecnica, gli studi all’Accademia e finalmente il Raku.
Il coinvolgimento è totale. Le mani sapienti impastano la terra. Poi il fuoco: una prima cottura per fissare la forma. L’attenzione è al massimo. Il corpo deve essere temprato per sostenere l’alto calore del forno. Quindi l’estrazione dei pezzi incandescenti come la materia primordiale. E’ il momento di intervenire. L’artista esperimenta di tutto, dai metalli alle polveri, dai sassi triturati ai vetri, agli smalti. Il suo intervento non è mai stato semplice decorazione per abbellire una superficie ruvida. Lo sforzo creativo si fonde con una materia semplice, umile per portare alla luce tutto il suo potenziale espressivo. Per farlo rinascere altro, oggetto,”tavola”, vaso. La seconda cottura tiene il fiato sospeso. Come si può controllare la magia del fuoco. Non si sa cosa restituisce. Ed è questa componente di emozione e mistero, questo essere in bilico tra il potere dell’intervento umano e il caso che stimola il fare artistico di Maria Cristina Navacchia.
La ricerca costante dello stupore e della meraviglia ha accompagnato il suo lavoro fin dall’inizio. Si tratta di ricerca mai di improvvisazione. Ogni pezzo contiene tensione creativa e disciplina artistica, sapienza artigianale e umiltà. Bellezza. Prima il fascino della materia era totale. Le forme essenziali valorizzavano il colore scuro e ruvido della terra. Poi si è fatta strada la suggestione del colore con i primi esperimenti con ossidi e smalti. Oggi il connubio forma e colore è compiuto, il percorso scelto è pittorico e astratto. La forma è in quanto tale, anche i colori, la spiritualità del blu, la forza viva dei rossi, l’universalità degli ori e degli argenti, si materializzano.
Le opere più recenti riecheggiano l’informale, la capacità di Lucio Fontana di deformare la materia. Ma ogni richiamo è pura suggestione per creare suggestioni ancora più forti. Ci sono artisti che ammiriamo per delle ragioni molto semplici: perché ci fanno vedere qualcosa che muove dai nostri sogni e viene a sfiorare la terra. Maria Cristina Navacchia ha questa capacità di creare sogni e di realizzarli. Insieme al Raku
Antonia Jacchia, è giornalista. Ha lavorato per diverse testate e a lungo nella redazione  del Corriere della Sera. Nel 2014 ha aperto la Galleria "Maroncelli 12" a Milano, di cui è la direttrice

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